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Ivan Karpoff

(Ivan Michailovič Karpov)

Ivan Karpoff nel suo studio

Giunto a Milano nel 1925, fino al 1929 frequenta sotto la guida di Ambrogio Antonio Alciati la Scuola di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Qui, nel corso degli studi, vince il premio Bozzi Caimi e ottiene la borsa di studio Enrico Mazzola. Sin dagli anni Trenta espone in mostre collettive e personali in diverse città d’Italia, tra cui Chiavari, Livorno, Vicenza, dove si fa apprezzare per la sua pittura orientata verso un verismo impressionistico italiano di fine Ottocento, con una particolare predilezione per il paesaggismo e il ritratto. A Milano le sue personali presso la Galleria Geri, allestite tra il 1938 e il 1941, riscuotono un discreto consenso tra i critici. Di Karpoff viene rilevata la capacità di unire una sensibilità tipicamente slava a temi e linguaggi pittorici specificatamente italiani, seppur solo superficialmente assimilati dal nostro:

Questo russo può dirsi oggi italiano, e quindi anche la sua arte mostra molti accenti italiani, ed anzi ostenta velleità di pittoricismo lombardo… (L. B., Karpoff, in “L’Ambrosiano”, 9 marzo 1940)

Il Karpoff continua il suo lavoro, rivolto a una pittura eminentemente impressionistica che s’intrattiene con facilità e con gusto intorno al paesaggio. (D. B., Artisti che espongono, in “La Sera”, 11 marzo 1940)

Alla mostra il pittore si presenta onesto e modesto, epigono dei maestri della sua patria, che hanno avuto per capo e maestro Isacco Levitan […]. Il Karpoff, come manca della maestria del caposcuola, così  s’ è impossessato – con superficie – di altri linguaggi pittorici, quasi tutti italiani. Nel modo col quale dipinge, per esempio, La barca sulla laguna, quadro ricco di effetti di luce, giocati su tranquille gamme di grigi argentei di cielo e d’acque, non solo ricorda i maestri russi, ma, con una cotal abilità in superficie, con una garbata «apparenza» di pittura documentatrice s’avvicina al filone della paesistica lombardo-piemontese del Gignous e del primissimo Bazzaro, da lui osservata è studiata con sufficiente buona volontà. (E. Z., Un pittore russo che predilige Bussoleno, in “La Gazzetta del popolo”, 29 marzo 1941)

Questi quadri elegantemente descritti, dipinti con facilità e bravura, potrebbero essere firmati da un paesista italiano fine Ottocento: forse soltanto nella mossa profondità dei cieli, nello spaziare delle lontananze, nel senso di solitudine che volentieri aleggia sulle pianure, vibra un ricordo dell’insopprimibile romanticismo slavo. (mar. ber., Un pittore russo, in “La Stampa”, 29 marzo 1941)

Invito alla personale di Ivan Karpoff presso la Galleria Geri di Milano, 1941

L’attività espositiva di Karpoff negli anni Quaranta è piuttosto intensa. A Milano espone ancora presso la Galleria Mazzuchelli, in via Gesù 3, con oltre 40 opere, nel novembre 1942; presso la Galleria degli Artisti, in Corso Vittorio Emanuele 34, nel giugno 1956; presso la Galleria Ars Italica in via Marconi 3/A nel gennaio 1968. Una mostra postuma viene allestita nel 1971 presso la Galleria Le Colonne di Milano. In occasione della morte, sopraggiunta nel 1970, esce su “L’Eco della Stampa” un bel ritratto di Karpoff tratteggiato da Luigi Servolini:

Tutta la grande tradizione lombarda si avverte, rivissuta con calore-intelligenza-sensibilità-convinzione, nelle sue tele […]. In ciascun quadro ha saputo immettere una nota tutta personale: una foga creativa irresistibile, come un fremito di vita che fuga ogni virtuosismo e dissolve i contorni e quasi sfoca i campi, facendo prevalere assolutamente una luminosità che ricorda il maestro Alciati e richiama il principio caro a Monet, capo dell’impressionismo chiarista.  […] Se avvertiamo in alcune sue tele la nostalgia della terra originaria russa, è pur vero, ripetiamo, che siamo di fronte ad un signore della pittura italiana. […] Karpoff ha voluto esser l’erede di Isaac Levitan ed amare la terra, seconda patria adottiva, che da circa mezzo secolo lo ospita e lo onora: l’Italia. (L. Servolini, Un maestro russo-italiano della pittura d’oggi. Ivan Karpoff, in “L’Eco della Stampa”, 9 luglio 1970)

Catalogo della personale di Ivan Karpoff presso la Galleria Ars Italica, 1968

Scheda biografica

Nasce il 30 gennaio 1898 a Novočerkassk e fin da bambino mostra una straordinaria predisposizione al disegno e alla pittura. Incoraggiato dal padre, chirurgo, viene affidato ad un pittore locale. Consegue il diploma presso il liceo artistico di Rostov e poi si trasferisce a Kiev, dove si iscrive all’Accademia di Belle Arti. Nel 1916, chiamato alle armi, è costretto a interrompere gli studi. Ferito e fatto prigioniero prima dagli austriaci e poi dagli inglesi, riesce a fuggire in Bulgaria, a Sofia, dove inizia a frequentare l’Accademia di Belle Arti. Ottiene una borsa di studio americana e nel 1925 giunge in Italia, a Milano (risiede in viale Abruzzi 114), dove frequenta la Scuola di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Durante gli anni all’Accademia conosce la pittrice Julia Ivanovna Lund (1905-1974), di origini norvegesi ma nata in Russia, che diventerà sua moglie nel 1930 e da cui ebbe tre figli. Muore il 6 luglio 1970 a Milano.

 

http://www.russinitalia.it/dettaglio.php?id=484

 

http://www.edixxon.com/fondcariplo/arte_900/03_artista/karpoff_i.html

 

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