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Rinaldo Küfferle

Non c’è editore milanese che non sia entrato nella sfera d’azione di Rinaldo Küfferle: il suo archivio conserva la documentazione dei rapporti con Treves, Sonzogno, Bompiani, Barion, Martello, Mondadori. I primi contatti risalgono ai primissimi anni Trenta, quando il giovane profugo dalla Russia, che nel 1922 scriveva a d’Annunzio di aver iniziato a studiare la lingua italiana solo nel 1917, pubblica con le Edizioni La Prora, Treves e Garzanti raccolte di liriche, racconti e un’intero romanzo (Ex-russi), dedicato alla vita della colonia russa milanese.

Negli stessi anni inizia un’attività di traduttore che lo porterà in brevissimo tempo a essere uno dei più stimati e prolifici autori di  traduzioni di testi classici e contemporanei.

Pubblica Turgenev e Dostoevskij per i tipi di Sonzogno e Mondadori e, contemporaneamente, grazie alla conoscenza personale con molti autori dell’emigrazione russa, inizia a proporne le opere, completamente sconosciute al lettore italiano. Grazie alla Serie russa da lui diretta presso la Bietti e alla collaborazione con altri editori, si affacciano sulla scena editoriale italiana i romanzi storici di Mark Aldanov, i racconti agrodolci della Teffi, lo spiritualismo un po’ evanescente di Boris Zajcev e l’opera del simbolista Merežkovskij dedicata a Dante.

La sintesi più originale tra l’esperienza di poeta e la grande maestria di traduttore è rappresentata dalle “versioni ritmiche” di  libretti d’opera, per lo più russi, dal Convitato di pietra di Dargomyzski, a Ruslan e Ludmila di Glinka dal poema di Puškin e, ancora da Puškin il celebre Boris Godunov nella versione di Musorgskij. Le traduzioni ritmiche di Kufferle, edite per lo più dalla Sonzogno, sono state utilizzate nel repertorio scaligero, stampate e ristampate fintanto che le esecuzioni operistiche non sono passate alla versione in lingua originale.

Tra le traduzioni poetiche anche L’uomo, di Vjačeslav Ivanov, pubblicato dai F.lli Bocca.

 

Scheda biografica

Nasce il 1 novembre 1903 a Pietroburgo, dove il padre Pietro lavora come scultore. In seguito alla Rivoluzione, la famiglia è costretta a trasferirsi in Italia. Si laurea nel 1927 alla regia Università di Milano, in filologia classica. Sposa la scrittrice di opere per l’infanzia Giana Anguissola (1906-1966). Risiede con la famiglia a Piacenza e a Milano.

Si dedica all’Antroposofia e fonda nel 1946 Antroposofia – Rivista di scienza dello spirito (Editrice Antroposofica), di cui è direttore fino al 1955.

Muore a Milano il 20 febbraio 1955.